Il progetto, redatto dall’Ufficio tecnico comunale – importo 1.337.565,00 euro – prevede il recupero e la rifunzionalizzazione della masseria Bongiovanni, bene confiscato, in applicazione della lòegeg contro la criminalità organizzata, a Sebastiano Rampulla, morto ne 2010. Lo scorso gennaio la masseria è stata affidata in concessione gratuita per 20 anni alla Caritas diocesana, che vi investirà 1.116.000 euro. Previsto l’impiego di una decina di operai.
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Si chiama “Testimoni di terre liberate” il progetto approvato dalla
Giunta municipale con il quale il Comune di Caltagirone partecipa
all’avviso pubblico, con procedura valutativa a sportello, per
l’individuazione di interventi di recupero e rifunzionalizzazione di
beni confiscati alla criminalità organizzata, previsti dalla Regione
siciliana nell’ambito del Pon Legalità.
Il progetto, redatto dall’Ufficio tecnico comunale – importo
1.337.565,00 euro – prevede il recupero e la rifunzionalizzazione della
masseria Bongiovanni, bene confiscato alla mafia che rientra fra gli
immobili affidati in concessione gratuita per 20 anni, lo scorso
gennaio, alla Caritas diocesana, individuata dopo selezione pubblica per
la gestione dei beni che l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la
destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità
organizzata (Anbsc) ha trasferito al Comune. Si tratta di terreni
agricoli, per circa 32 ettari, con annessi fabbricati rurali. I fondi e i
fabbricati in questione si trovano in località Renelle – Bongiovanni e
sono i beni confiscati in applicazione della legge contro la criminalità
organizzata a Sebastiano Rampulla, nato nel 1946 e morto nel 2010.
La Caritas contempla un investimento di 1.116.000 euro (fondi propri per
200mila, gli altri da acquisire attraverso finanziamenti pubblici e le
entrate riconducibili alla ripresa dell’azienda agricola), finalizzati
alla riattivazione dell’uliveto, del vigneto e del mandorleto, al
recupero dei fabbricati con la realizzazione di un palmento e l’avvio di
varie attività sociali. Previsto l’impiego di una decina di operai. Il
progetto “Testimoni di terre liberate” si inserisce in questo contesto
di azioni.
“Ci stiamo concretamente adoperando – sottolinea il sindaco Gino Ioppolo
- affinché questi beni possano finalmente essere utilizzati secondo una
funzione altamente sociale e produttiva, con numerose ricadute
positive, comprese quelle di carattere occupazionale, per la nostra
comunità”.
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